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Oggi si è svolto il primo dei due incontri organizzati dal Polo scolastico ISIS Valdarno – Licei “Giovanni da San Giovanni” in collaborazione con Fondazione Ferragamo presso l’Aula Magna della sede “G. Marconi” sul percorso “Donne e società tra ieri e oggi”.
Ludovica e Tommaso della Fondazione Ferragamo hanno offerto agli alunni delle classi Produzioni Moda Made in Italy e Tecnico Moda dell’ISIS Valdarno e alla classe Made in Italy dei Licei “Giovanni da San Giovanni” uno sguardo complesso e sfaccettato sull’Italia del Novecento e oltre. Al centro, il tema dell’identità: di genere, culturale, professionale. Tra sacrifici, sogni, creatività e determinazione, queste storie ci parlano di un Paese in cammino, dove il passato non è mai solo memoria, ma radice viva del presente.
Donne e società tra ieri e oggi
Il percorso “Donne e società tra ieri e oggi” indaga i cambiamenti del ruolo femminile nella società italiana, tra conquiste e contraddizioni.
Dietro le quinte della mostra “Donne in equilibrio”
La mostra “Donne in equilibrio”, ospitata dalla Fondazione Ferragamo, offre uno spaccato inedito della vita delle donne italiane nel secondo dopoguerra. Non solo dive o icone di moda, ma madri, lavoratrici, intellettuali, protagoniste spesso invisibili del boom economico e culturale. La mostra mette in luce i compromessi quotidiani tra sogni personali e responsabilità familiari, in un’Italia che stava lentamente aprendosi alla modernità.
Donne in equilibrio tra lavoro e affetti: l’esperienza di Wanda Miletti Ferragamo
Figura emblematica di questo equilibrio è Wanda Miletti Ferragamo, che alla morte del marito Salvatore Ferragamo nel 1960 si trovò improvvisamente alla guida dell’azienda di famiglia. Madre di sei figli, Wanda seppe conciliare il ruolo materno con quello di imprenditrice, portando il brand Ferragamo a un prestigio internazionale. La sua leadership riflette il coraggio di tante donne italiane che, spesso nell’ombra, hanno contribuito alla crescita del Paese.
La società italiana tra vecchi e nuovi modelli
Dalla donna “angelo del focolare” del dopoguerra, alla donna lavoratrice e indipendente degli anni Settanta, fino alla molteplicità di modelli contemporanei, la figura femminile ha subito un’evoluzione continua. Tuttavia, i vecchi stereotipi resistono, soprattutto nei media e nella cultura popolare. Questo percorso invita a riflettere sulla coesistenza di emancipazione e retaggi culturali, libertà e pressioni sociali.
I consumi e la pubblicità
La pubblicità ha avuto un ruolo chiave nel plasmare l’immaginario femminile. Dalla casalinga perfetta degli spot anni ’50 alla donna seducente degli anni ’80, fino all’odierna narrazione inclusiva, i messaggi rivolti alle donne hanno influenzato gusti, comportamenti e aspirazioni. Ma quanta libertà c’è davvero nella scelta dei consumi? Il marketing resta un potente strumento di condizionamento, spesso mascherato da empowerment.
Donne allo specchio: il guardaroba
L’abito come espressione di sé: il guardaroba femminile racconta molto più di una semplice moda. Racconta storie di emancipazione, trasformazione e appartenenza sociale. La scelta del vestito riflette l’identità, la professione, la cultura, ma anche le costrizioni del tempo in cui si vive. Dal tailleur anni ’60 al jeans ribelle degli anni ’70, il guardaroba è uno specchio della condizione femminile.
Una storia italiana: The Shoemaker of Dreams, Salvatore Ferragamo
Il secondo percorso (che si terrà il 14 maggio) si concentra sulla figura di Salvatore Ferragamo, artigiano e imprenditore visionario, la cui biografia è anche il racconto di un secolo di storia italiana.
Le migrazioni e il ruolo delle catene migratorie dall’Italia agli Stati Uniti
Ferragamo partì giovanissimo da Bonito, in Campania, per raggiungere l’America seguendo la scia delle catene migratorie. Come molti italiani all’epoca, cercava fortuna in un Paese che prometteva opportunità. Questa esperienza di migrazione, comune a milioni di italiani, fu anche un viaggio di identità: una tensione costante tra radici e futuro, tradizione e innovazione.
The Roaring Twenties in America, l’ascesa del fascismo in Italia e la crisi del 1929
Negli Stati Uniti, Ferragamo visse la stagione sfavillante degli anni Venti, lavorando per le star di Hollywood. Ma l’Italia, intanto, cambiava volto con l’avvento del fascismo. Dopo la crisi del 1929, Ferragamo tornò in patria e dovette reinventarsi in un contesto economico e politico instabile. La sua resilienza racconta la capacità di adattamento degli italiani in tempi difficili.
L’autarchia e la sperimentazione di materiali alternativi durante gli anni Trenta
Negli anni Trenta, sotto il regime autarchico, Ferragamo fu costretto a rinunciare ai pellami pregiati importati dall’estero. La necessità divenne però stimolo alla creatività: inventò scarpe in rafia, feltro, cartone pressato. La sua genialità trasformò la crisi in opportunità, contribuendo a definire un nuovo concetto di lusso, fatto di ingegno più che di opulenza.
La ripresa postbellica e la nascita di un sistema moda italiano
Nel dopoguerra, Ferragamo fu tra i protagonisti della nascita del “made in Italy” nella moda, contribuendo a spostare il baricentro dello stile mondiale da Parigi a Firenze. In un’Italia che risorgeva dalle macerie, la moda divenne simbolo di rinascita, cultura e prestigio. La visione di Ferragamo, fortemente legata al valore artigianale e umano del prodotto, fu essenziale in questo processo.
Nicola Impallomeni
Docente